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News | 15/10/2024

Cosa sono le comunità energetiche?

L’urgenza di nuove misure per preservare la Terra, riciclando le risorse che già utilizziamo e producendo nuova energia in modo pulito e sostenibile, è massima. Ed è proprio in quest’ottica che una delle più grandi rivoluzioni sociali ed energetiche del secolo ha preso piede in tutto il mondo, crescendo giorno dopo giorno e configurandosi come la chiave la produzione sostenibile di energia: le comunità energetiche.

Le comunità energetiche rappresentano un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo di energia che promuove la partecipazione attiva dei cittadini e delle imprese nel processo di transizione energetica. Si tratta di iniziative collettive in cui gruppi di persone, aziende o enti pubblici si uniscono per produrre energia rinnovabile a livello locale e condividerla tra i membri della comunità. Questo modello non solo riduce la dipendenza dalle fonti energetiche fossili, ma favorisce anche una distribuzione più equa dei benefici economici e ambientali derivanti dall'uso delle energie rinnovabili.

Definizione, funzionamento e tipologie

Introdotte in Europa dalla Direttiva RED II 2018/2001/UE e in Italia con il Decreto Milleproroghe 162/2019, le comunità energetiche consistono nell’aggregazione di soggetti, come famiglie, piccole e medie imprese o enti locali, che si organizzano per produrre e consumare energia rinnovabile. L'obiettivo principale è promuovere la decarbonizzazione e aumentare la sostenibilità energetica, attraverso la generazione di energia da fonti come il fotovoltaico, l'eolico, l'idroelettrico o la biomassa.

Come nasce una comunità energetica? Il primo passo da compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, siano essi persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni pubbliche locali. Per legge, una comunità energetica non può avere come scopo il profitto e, per tale ragione, la forma più comune scelta come espressione legale è l’Associazione.

Il passo successivo alla costituzione dell’Associazione è l’individuazione dell’area in cui installare l’impianto di produzione, che deve trovarsi in un luogo prossimo a chi, in effetti, consumerà l’energia generata. Il funzionamento delle comunità energetiche, infatti, si basa su impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili installati localmente e, pertanto, ciò comporta, ad esempio, che un’impresa o un Ente Statale possono installare un impianto fotovoltaico vicino ad una scuola oppure ad un impianto produttivo e condividere l’energia con i cittadini del Comune che hanno aderito all’iniziativa. Va aggiunto, comunque, che non è necessario che l’impianto sia di proprietà della comunità: esso può essere messo a disposizione da uno solo o più dei membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo.

L'energia prodotta viene poi distribuita tra i membri della comunità stessa, che ne beneficiano in termini di costi energetici ridotti e riduzione delle emissioni di gas serra: ogni membro del gruppo, infatti, continua normalmente a pagare l’utenza al proprio fornitore, ma nello stesso tempo riceve dalla comunità energetica una somma periodica per aver condiviso i benefici della comunità. Ciò si traduce, di fatto, in una drastica riduzione dei costi delle utenze. Inoltre, le eccedenze di energia non consumata possono essere vendute alla rete elettrica nazionale, generando ulteriori ricavi.

Sostenibilità

Esistono diversi tipi di comunità energetiche, a seconda del loro scopo e della modalità di gestione:

  • comunità energetiche rinnovabili: si concentrano sulla produzione di energia da fonti rinnovabili come sole, vento e biomassa;
  • comunità energetiche locali: operano in un ambito territoriale ristretto, spesso a livello di quartiere o comune, per favorire l’autosufficienza energetica locale;
  • comunità di autoconsumo collettivo: un gruppo di utenti produce energia, la consuma direttamente e condivide le eccedenze con i membri della comunità;
  • cooperative energetiche: organizzazioni cooperative in cui i membri sono proprietari e gestori dell’impianto energetico.

Vantaggi e sfide delle comunità energetiche

Il modello delle comunità energetiche offre numerosi benefici, sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale, quali:

  • riduzione delle emissioni: le comunità energetiche promuovono l'uso di energie rinnovabili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO₂ e all'obiettivo di decarbonizzazione;
  • risparmio economico: i membri della comunità possono beneficiare di bollette energetiche più basse grazie all’autoproduzione e al consumo condiviso dell’energia;
  • indipendenza energetica: aumentando la produzione locale di energia, le comunità riducono la dipendenza dalle fonti energetiche esterne, stabilizzando i costi e migliorando la sicurezza energetica;
  • partecipazione e coinvolgimento: le comunità energetiche coinvolgono attivamente i cittadini nella gestione dell’energia, promuovendo una cultura della sostenibilità e un senso di appartenenza;
  • benefici locali: le risorse economiche derivanti dalla produzione e vendita di energia rinnovabile rimangono all'interno della comunità, stimolando l’economia locale.

Nonostante i numerosi ed evidenti vantaggi che le comunità energetiche sono in grado di conferire alla collettività, essi affrontano anche alcune sfide di non sempre facile gestione. La Direttiva Europea RED II è piuttosto recente (2018) e, di conseguenza, anche le normative nazionali non sono ancora pienamente adatte alle realtà a cui si rivolgono, creando spesso ostacoli legali e burocratici.

Un altro aspetto piuttosto rilevante da considerare è anche quello dei costi iniziali. La realizzazione di impianti di produzione energetica richiede investimenti iniziali significativi, che possono rappresentare una barriera invalicabile per le piccole comunità che non dispongono di finanziamenti e spazi sufficienti per avviare il progetto.

Infine, le conoscenze tecniche per gestire una comunità energetica non possono non essere considerate prioritarie. Avviare una comunità energetica richiede competenze tecniche specifiche per la progettazione e la manutenzione degli impianti, oltre che per la gestione della rete e della distribuzione dell’elettricità.

Il ruolo delle comunità energetiche nella transizione energetica

Le comunità energetiche rappresentano una risposta concreta alle sfide poste dalla transizione energetica e dal cambiamento climatico. Promuovendo un modello di energia distribuita e partecipata, esse possono accelerare il passaggio verso un sistema energetico più sostenibile, decentralizzato e democratico. Inoltre, esse possono contribuire in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e incremento dell'uso di energie rinnovabili, fissati per il 2030 e il 2050.

Sostenibilità

Le comunità energetiche sono un tassello fondamentale per il futuro dell'energia sostenibile. Attraverso l’autoproduzione e la condivisione di energia rinnovabile, offrono un modello inclusivo e innovativo per la gestione delle risorse energetiche. Non solo riducono le emissioni inquinanti, ma rafforzano anche il tessuto sociale e locale, promuovendo l’idea che la transizione energetica possa essere guidata direttamente dalle comunità stesse.

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